Uscirò da quella porta, mi metterò anche io dentro la mia scatoletta con le ruote, starnazzerò come gli altri omini… meglio di loro e scenderò verso il centro. Voglio vivere, oggi, voglio sentire l’umanità strusciarmi vicino lungo Via Etnea, voglio vedere se la gente si accorge di me, se capirà di incrociare nei suoi passi un vero superstite, uno degli ultimi esemplari rimasti di amante degli amori impossibili. Questa città, in fondo, è famosa nell’isola per la forza e la varietà degli amori e degli amanti appassionati che la popolano. C’è una lunga e radicata tradizione sociale e letteraria col suo marchio di fabbrica, con le sue passioni assolute e quasi febbricitanti e mille sguardi di fuoco che sciabolano tra la villa e Via Umberto, occhiate che troncano il respiro e fanno bollire il sangue. Ci sono ancora molti cittadini “ruspanti”, maschi con i baffi e femmine con le tette che amano recitare tutte le parti della tragedia amorosa e sanno fingere di non conoscerne l’epilogo.