Prima dei blog le parole uscivano più lentamente sulla carta, c’era tutto il tempo di vederle crescere e spalmarsi sul bianco come spose in attesa del principe azzurro: il mio antico vizio non si confrontava con nessun altro pretendente, mancava lo stimolo perverso del contraddittorio col suo carico di fine annunciata. L’astrazione è parte della mia vita da sempre: è una fuga dagli orrori (anche concettuali) e dalle mediocrità. Vado via, mi allontano e guardo le cose in una prospettiva meno asfittica, in fondo faccio blog alla stessa maniera o almeno ci provo. Mi distraggo ogni tanto…cambio blog, scrivo altrove, leggo altrove, poso lo sguardo anche su ciò che aborrisco di più, ne sono capace, voi?