giovedì 10 marzo 2016

Bastian contrario


Questa dicotomia maledetta,
questa impossibilità di abbracciare alcunché in toto:
il bisogno o forse l’istinto di scendere nei dettagli
di comprendere il prima e il dopo di ogni dettato intellettuale,
questo mi ha impedito di sedere con placida convinzione
in qualsiasi consesso umano.
Non è stato sempre legato ad argomentazioni esclusivamente politiche o sociali,
mi succedeva anche con la musica o l’arte;
c’è stato un tempo in cui essere un “bastian contrario” pareva connaturato
al mio viso.
Io mi devo convincere, devo capire
e non riesco a sorvolare con noncuranza sui mille compromessi
che assillano la nostra vita.
Non ho mai visto la schiera dei buoni assembrata
solo da una parte del territorio,
ho incontrato angeli all’inferno e vergini nei postriboli.
La loro presenza non cambiava la natura dei luoghi,
non cambiava allo stesso tempo la mia valutazione su di essi,
mi impediva, allora come oggi, di ergerli a campioni del mio panorama spirituale.
In rete dove il massimalismo e il bisogno quasi disperato di appartenenza
è così diffuso
il mio modo di pensare trova sempre meno cittadinanza;
c’è sempre qualcuno che “completa” il mio ragionamento
e resta deluso o infastidito quando intervengo a chiarire o modificare
l’altrui conclusione.

martedì 8 marzo 2016

Scrivere

Scrivere, già scrivere… una specie di modo connaturato da sempre in me. Bambino e poi, via via, adolescente e giovane inquieto e distratto da troppe cose. Scrivere. Per confrontarsi con se stessi, per piacere o per ripercorrere emozioni passate troppo velocemente. Scrivere per scrivere? No, quello mai Scrivere semmai per RICORDARSI DI VIVERE, scrivere nella speranza che l’idea, il senso si fermino anche solo per un attimo e si lascino accarezzare. Sui blog si scrive? Apparentemente sì. Si discute? Ho seri dubbi al proposito, direi piuttosto che più spesso sui blog ci si prepara ad andare in scena sperando di aver fatto una buona opera di proselitismo.