sabato 13 febbraio 2021

Palermo 1980 – 40 anni dopo

Perduto fra le stelle
della città,
le luci stupidamente
timide
accorse ancora una volta
a dimostrarmi il loro
affetto
dico loro che è finita.
Più in alto altre stelle
antiche
corrono senza sorriso come
sipario
a parole già dette,
a sguardi già consumati.
Estraneo verrà il giorno
a svanire le luci delle nostre
illusioni.

venerdì 12 febbraio 2021

Soltanto io

Tuttavia sono qui, tuttavia prenderò le misure e lascerò anche qui la mia orma. Gli altri, i contatti, i lettori o il sale che fa di un blog qualcosa di vivo o una crisalide mummificata, li lascio al destino e all’evoluzione fisiologica dei miei e dei vostri istinti. Qui io NON DEVO nè piacere nè dispiacere, qui ci sono soltanto io, Enzo. E testimonio me stesso nella consuetudine mediocre e brutale dei miei giorni, uno dopo l’altro. Però dovrei, devo, l’occasione è già passata! Dovrei. Me lo vado ripetendo da tempo e intanto il tempo mi divora. Il fatto è che non riesco più a crederci. Il tramite interpretativo e linguistico mi si è frantumato tra le mani. 
Dove ho sbagliato? HO SBAGLIATO IO? Parlo al muro di gomma che invece molti di voi amano sopra ogni cosa: vi rimbalzano così sul muso le assurdità che amate ad ogni istante, riciclate in dolcetti zuccherosi e gentili, in verità così incredibilmente false da sembrare vere. CAPOLAVORI ASSOLUTI. DOVREI E PRIMA O POI LO FARO’

giovedì 11 febbraio 2021

Prima e dopo


I blog furono una scoperta e, giuro, li ho vissuti abbastanza bene per un certo tempo: poi è accaduto qualcosa che io non ho saputo gestire e sono stato travolto dall’immondizia. Ma io scrivo per liberarmi da un peso, scrivo perchè è un gesto naturale per me… se ci pensate anche voi fate lo stesso quando commentate e interloquite con me: liberate il bisogno di comunicare emozioni, cioè rappresentate lo spirito vero dei Blog.

mercoledì 10 febbraio 2021

Un blogger in via d’estinzione

Che cosa c’entra questo Enzo con quello che studiava al liceo di Milano? Con quello del movimento studentesco degli anni 70? Con il ragazzo innamorato di Tiziana? E’ lo stesso che si perse per Giuseppina a Trapani o che ancora si immedesima per Giulia? No, non c’entrano niente l’uno con l’altro. Non è lo stesso uomo che da tempo scrive qui, su un blog, quell’altro usava carta e penna, aveva pochi amici e tanti sogni. Si sono ristretti gli uni e gli altri; l’unica cosa che si è dilatata è la sua verve polemica, la capacità di incazzarsi, la noia profonda e l’insofferenza per la cultura a comando e i discorsi di convenienza e fumosi. Mi pare perfetto per un blogger in via di estinzione.

Scivolare verso la chat

Le affermazioni iniziali di merito anche se sincere devono poi confrontarsi con il resto, qui il resto è il web e non somiglia neanche lontanamente ad un libro cartaceo. Se, come me, tu scrivi del tuo personale in pubblico (e il personale quando è vero si sente a naso) nasce il problema di alienarsi dal personale nelle risposte commentare semmai il nocciolo del discorso portandolo su un piano più generale. Sembra una cosa semplice ma non lo è: così i blog tendono inevitabilmente a scivolare verso la chat e da lì in poi il gioco è fatto soprattutto se il dialogo avviene tra una donna e un uomo. Entrambi sono irresistibilmente attratti dalle rispettive parti maschio-femmina e il blog con un certo tipo di comunicazione diventa sempre più lontano.

martedì 9 febbraio 2021

Quel poco che ci resta

Non dobbiamo aver paura delle nostre opinioni, 
le nostre idee sono una delle poche cose che ci restano, non possono essere barattate con niente 
di eguale valore.

lunedì 8 febbraio 2021

La lunga ferita azzurra

Scendendo da Provenzana verso Linguaglossa, attraverso la pineta, mi sono immaginato lo Stretto e mi sono sentito in un film: tutto mi è sembrato lontanissimo, l’Italia, la Repubblica e la sua politica, Renzi, Grillo e gli altri. La lunga ferita azzurra che ci rende isola si snoda davanti agli occhi: poco meno di tre chilometri bastano a fare di un luogo un mondo a parte. La Sicilia scivola di fianco lungo i fianchi tondi e burrosi di una Calabria che è Sud pieno e dimenticato: una sala d’attesa infinita come il tempo necessario talvolta ad attraversare lo stretto. 
Mi sono sempre domandato se cè soluzione di continuità fra le due sorelle: c’è e lo senti nell’aria. Quella d’Aspromonte è antica e lontana, l’altra diluisce i pensieri nell’eventualità di un incontro finale.