mercoledì 5 ottobre 2016

LE FARFALLE DEL 68

EVENTI NATALI di Augusto Illuminati* dal quotidiano on-line AlfaPiù+ 
Accade raramente nella vita di essere testimone diretto di un nuovo inizio, di una rottura della routine politica o, più banalmente, di vedere un po’ di gente che si tira fuori dalla palude. Come sempre in questi casi, i protagonisti non ci badano, perché sembra a loro (che sono vivi) un fatto del tutto naturale. Come sempre in questi casi, gli zombies, che non si ricordano più di quando erano vivi, non se ne accorgono, continuano a litigare fra loro barcollando e schiaffeggiandosi, magari esecrando la violenza con cui i vivi si ribellano al morto, “oscurano” od “opacizzano” la loro causa. Lo storico, il testimone a metà fra passato e futuro, a volte ha la fortuna di afferrare allo stato nascente una frattura fra il vecchio e il nuovo e il genuino scaturire di un’azione politica, che in un attimo rende desueta tutta la scena precedente e riduce a stato larvale gli antichi protagonisti. Non sto commentando Arendt** o Rancière***, faccio la cronaca di una manifestazione romana [mercoledì 14 novembre], vista con i miei occhi (fortuna che non si è abusato in lacrimogeni), di 50.000 giovanissimi studenti e non solo (e di altri 200.000 nel resto d’Italia, e di tanti altri a Lisbona, Atene e Madrid) che hanno marcato la loro estraneità a un mondo politico ridotto, non allegoricamente, a police, con le consuete prestazioni (“circolate”, “identificatevi”, e giù botte). Nessuno li ha capiti prima (vedere i quotidiani di mercoledì), nessuno li ha capiti dopo (vedere i quotidiani di giovedì). Ma non ci lamentiamo dell’incomprensione. Chi dovrebbe preoccuparsi è il governo, i partiti, i quotidiani. Un’intera generazione non capisce più il governo e le forze parlamentari e forse bisognerebbe dire che l’Italia reale, anche i non più adolescenti minatori del Sulcis, gli esodati, i pensionati al minimo, i cassintegrati non capiscono più, che gran parte dell’Europa non ci sta più. Un solo elicottero è bastato per esfiltrare i ministri da Carbonia, novella Saigon. Quanti ne serviranno domani?*Augusto Illuminati Professore di Filosofia politica **Jaques Rancière Professore di Filosofia e filosofo ***Hanna Arendt Filosofa e storica

Non ho molto da aggiungere alle parole del prof.Augusto Illuminati: esse sono del tipo che più amo, stilettate di marmo bianco, dirette, alte, chiare e prive di quell’insopportabile odore di culturalismo pieno di pretese che pare si sia sostituito nei nostri intellettuali alla nobile ed efficace bellezza del libero intelletto. Questo blog si è chiuso esaurendo il suo compito dopo aver per anni visitato anche i più nascosti recessi della mia intimità esistenziale: ho usato le pagine virtuali per raccontarvi e raccontarmi, ho evitato in tutti i modi di aprire le porte ai contesti prettamente ideologici, quelli in cui era più facile instupidire appresso a querelle inutili scritte per giunta con colpevole superficialità. Non sono ancora convinto che i blog e la rete in genere possano cambiare le carte sulla tavola delle prospettive politiche e legislative; la nostra presenza c’è, in qualche caso è pregevole, ma finora non ha inciso su questo tessuto ormai in disfacimento. Sono un vecchissimo sessantottino, sensibile ancora all’istinto della contestazione per motivi “generali”; ho imparato ( come tutta la mia generazione del resto) a mie spese quanto sia indispensabile uscire dai lacrimogeni ed entrare nell’opposizione mentale. Essa non può prescindere dalla conoscenza storica di questo paese e deve prescindere invece dai “muro contro muro” dettati da ideologie vissute come assiomi.. Basterebbe un po’ di attenzione e le parole del professore Illuminati sarebbero di una chiarezza ancora maggiore, nascerebbero da una coscienza pubblica e generalizzata e sarebbero una perfetta base di partenza per un vero rinnovamento umano e sociale…quello politico ne discenderebbe fisiologicamente. Tutto questo pare secondario; ad altre cronache più immediate si da spazio, sono le morti avvenute quelle che pesano sui nostri resoconti, dei prevedibili decessi non si discute quasi mai. Viviamo la morte sociale del nostro paese come una forma di immensa catarsi, l’unica che possiamo permetterci. I blog non fanno eccezione, non possono perché conta molto di più il massacro verbale, l’urlo continuo e anonimo, la diffusione di percezioni frammentarie, quelle che ci fanno più comodo.
E poi NON LEGGE Più NESSUNO! Le righe ammesse dal nuovo galateo sono poche, sui Social ancora meno; devi far finta di dire in un flash rimandando a improbabili approfondimenti la piena comprensione della tua opinione. Stanno scomparendo sintassi, grammatica e punteggiatura, appresso a loro se ne vanno anche la civiltà del dire e pensare, sono i nuovi passeggeri degli elicotteri che faranno la spola tra la tristezza di viverci così e un nuovo ordine nel quale io per fortuna vivrò per poco tempo. L’incomprensione nasce dalla confusione professore, siamo noi, gli oggetti del potere, a non riuscire a fissare alcun concetto…il potere ha le idee chiarissime.