venerdì 13 novembre 2015

Orologi

Non l’ho voluta riconoscere, forse per stizza o per paura. La clessidra è stata capovolta qualche giorno fa. Io l’ho capito ma non mi son detto niente, avevo bisogno di tempo. Volevo tempo. Mi manca il tempo per dipanare la lana a modo mio. Ma di tempo ne avrò ancora diverso da quell’altro però; più rapido e cattivo ma ne avrò ancora. Non sarà facile usarlo rotolerà via a scatti ed io mi ferirò le mani per tener fermi gli ingranaggi. Quando la clessidra si è capovolta ha fatto un tonfo dentro di me e poi solo una breve vertigine. Scusami, ma è così che si diventa vecchi. Mi chiedi a quando, ti rispondo presto. Ti chiedo: come?

giovedì 12 novembre 2015

Seduti su una bomba

Nessuno esce vincitore da una guerra civile e nessun bene può venire dal sangue versato in ossequio a teorie politiche barbare e ben conosciute. Ma sento di dover dire che è incredibile come i nostri cosiddetti governanti ( in questo caso nemmeno regolarmente eletti – ma è solo un dettaglio) non si rendano conto della situazione esplosiva su cui sono beatamente seduti. E’ solo in un contesto devastato e senza speranza come quello odierno che l’idea rivoluzionaria prende peso e quindi forma. Monti e quelli che negli anni lo hanno preceduto e poi ancora i suoi sodali in Germania o in Francia, questi personaggi in doppiopetto grigio o in maglione falsamente scapigliato, gli adoratori dello Spread e dell’orgasmo finanziario stanno offrendo su un piatto d’argento agli eversivi di oggi quella occasione che essi non avrebbero mai costruito tanto bene.

lunedì 9 novembre 2015

In salotto

Nel silenzio placido delle cose familiari sentivo le innumerevoli ore trascorse ad inseguire i miei sogni segreti. Tutti quei libri di fronte a me sembravano un folto pubblico assiepato nell’arena della mia vita. Essi avevano già chiaramente espresso la loro opinione: ero certamente un idiota. Masticavo le giornate lentamente, ma esse erano prive di gusto: grossi ciotoli levigati tutti uguali gli uni agli altri, rotolavano tra la libreria e le strade di Palermo. Sapevo cosa facevo e dove mi trovavo: il bagaglio storico e personale dei luoghi che attraversavo mi era ancora perfettamente noto, ma io non lasciavo traccia di me stesso nel mio animo. Ero diventato un libro stucchevole riletto senza voglia. Le rare volte in cui ponevo attenzione alla mia condizione esistenziale, quelle dove non arrivava l’onda del grande sonno. La mia spinta vitale non superava un cupo fatalismo e una rabbia sorda e inutile.