venerdì 30 aprile 2021

Il dito e la luna

Mi guardava di sottecchi, curiosa - Che fai con quel quaderno? - Scrivo al mio amico mamma - Ah…perché non gli parli? - Perché mi distraggo…si distrae - Sciocchezze (ma non ne era convinta), parlagli invece di passare ore intere chino su quel foglio. Parlagli Enzo, guardalo negli occhi mentre lo fai, vedi come muove le labbra...guardalo mentre vive, non restare chiuso dentro le parole che scrivi. Parlagli. Era Milano ed era il 1962
Chiusi il quaderno ma ero convinto che scrivendo mi avrebbe capito e ascoltato, viceversa tutto sarebbe passato via in poco tempo. Avevo due desideri a dieci anni abbracciare il mondo e raccontarlo agli altri, le altre vennero subito dopo. Desideri che col tempo acquistarono il contorno di utopie da inseguire per una vita o abbandonare ad un più prosaico destino. Il desiderio occhieggia ancora di tanto in tanto fra le trame di una vita "trascorsa in un confronto impietoso tra l’utopia, gli impulsi e questo mondo che mi è toccato in sorte. La libertà, l’arte, la democrazia e la rappresentanza, la Storia e persino l’amore, tutto questo immenso e composito fardello di idee mi hanno da sempre attraversato in modo rivoluzionario, filtrato dalla cultura della mia maledetta generazione in bilico tra presente e passato". Questo era invece Palermo 1992
Capire e farsi capire, scrivere infine credendo di comunicare meglio, aspettandosi un segnale dagli altri mondi: una linea diretta senza intermediari, senza tutor, avendone sulle spalle secoli, con ragioni piane e intuitive, fautrici di nuovi passaggi attraverso il confine dei nostri personali recinti. Non parlai a quel bambino allora, gli scrissi ma conosceva poco l’italiano, meno di me. Non credo lesse il foglio che gli passai sotto il banco. Non è vero che mi faccio capire ma la scrittura ovunque io l’abbia posata rappresenta ancora il luogo più vicino ai territori del mio spirito. Ma non basta, non basterà mai almeno per me: tra l'intuizione scritta nella mia mente e la sua apparenza sul foglio c'è chi legge! Tra il mio mondo e il suo messaggio esterno c'è il vostro. Non collimano mai. Gli equivoci legati a indole, culture ed esperienze diverse sono muraglie insuperabili. Ho creduto per un breve e felicissimo tempo che l'espressione scritta in rete fosse comunicazione in tempo reale, liberazione e dono. Tutto si è schiantato sulla moderazione dei commenti.! Questa notte il vecchio sogno sembra ancora vivo, risuona come in quelle ore sulla punta del faro trascorse a lanciare il cuore oltre l'orizzonte. "C’è una splendida notte oggi sullo Ionio, un filtro di perla ad ammorbidire gli spigoli di un’esistenza: c’è la musica di De Andrè, sarà quella a portarmi fuori dalle secche di una notte infinita, sarà il pioniere, il dito che ti indicherà la mia luna, ti dirà le parole che io non so pronunciare e avrò la speranza che l’amore in assoluto ricomponga il dissidio di sempre e che scriverlo non sia stato inutile." 
 Questa era Siracusa 2012. Autocitazioni, dubbi, speranze, vittorie e sconfitte... Scrittura. Adesso non c'è piu tempo. Resta la lettura.

mercoledì 28 aprile 2021

Un rito

Non c’è alcun senso visibile a questo battere sui tasti, è solo un bisogno in cui io o te che leggi aggiungiamo la storia che vogliamo o che ci siamo trovata fra le mani; ti avrei detto di più qualche anno fa, ti avrei raccontato bugie coloratissime e godibili, ti avrei significato la gioia e l’allegria posticce di raccontarsi in rete. Certe volte quello che hai dentro è troppo ingombrante e tracima dal tessuto della tua riservatezza anche contro la tua volontà. Altre volte invece la scrittura è un rito operato contro la solitudine del tempo, in altre occasioni ancora si scrive perchè si è convinti di non aver detto abbastanza e abbastanza chiaramente.

martedì 27 aprile 2021

Un patrimonio

Amami, ti amo, ti cerco, cercami...A me pare straordinario di averne vissuto tre, in luoghi diversi, età diverse, prospettive diverse. Non dico di aver perso, perdita non è il termine giusto, credimi è veramente difficile spiegare certi assoluti. Ho vissuto questa parte della mia vita come un grande patrimonio, un regalo che non necessita di un ritorno obbligatorio, in fondo se scrivo lo devo anche a loro.

lunedì 26 aprile 2021

Profumo d’estate

Ogni estate diventiamo maggiorenni ed è una sensazione indimenticabile, sgusciamo fra i nostri errori e le nostre vittorie, ce le rimiriamo e facciamo finta di credere che sia per sempre, condividerle con gli altri è una fede. L’estate è sempre l’identica rivelazione che sale sul palcoscenico con presentatori diversi, la sua apparizione suscita reazioni varie che vanno dagli applausi scroscianti all ’incredulità silenziosa, ma la sua bellezza è sempre maestosa, a me lascia ogni volta incantato, senza fiato. Nei suoi paesaggi aperti, nei suoi colori decisi e in quel senso di prospettive eterne e ripetute che ci fanno ritornare sempre all’idea che tutto è possibile, che è solo questione di tempo e i cieli si apriranno per lasciarci vedere l’azzurro e le mille strade che lo attraversano. Abbiamo di nuovo diciottanni e nessuno potrà cambiare le cose, è come il primo amore, se ne andrà ma cambierà la nostra vita per sempre.