Passammo un gran tempo di noi a raccontarci bugie per coprire la verità dei sensi; il giorno cadde quando le sfiorai le ginocchia, la mia vita cambiò quando le toccai i seni di ragazza. Mentire per non morire, per prolungare all’infinito la prima volta dell’amore, e tenersela per sé. Un bacio ansioso prima, lunghissimo dopo. – Me ne dai un altro?”-
– Sì, è stato bello.
– Quanti ne hai dati finora? Non le dissi che era il primo.
Non le dissi più nulla e mi feci portare via dal sogno. La notte, tardi, mi leccai la ferita calda di quelle labbra e sciolsi il tempo delle parole su una pagina: la prima. Di sera penso ogni tanto alla rincorsa affannosa e febbricitante di questa condivisione. Suona con un’ eco serena sulla nudità di questa solitudine; se me ne libero resto, oggi come ieri, nudo e vero.