Affermare e chiedere l’alternativa, l’autocritica, scelte diverse, democrazia e libertà di pensiero pian piano diventò nel 1970 solo un’affermazione “di merito” sciatta e senza vita. Insomma il fascismo di cui ci riempivamo la bocca nelle assemblee e nei cortei e la violenza che dicevamo di voler combattere noi l’applicammo in toto nel nostro modo di agire.
giovedì 8 ottobre 2015
mercoledì 7 ottobre 2015
Giù verso lo Ionio
Mi guardo attorno, scende la sera di quest’ennesima stagione sui generis, adesso è l’ora di tornare dentro il mio abito e dentro la scatola di latta che mi ha portato sino a qui.
A Zafferana una granita di mandorla e poi giù, verso lo Jonio e Catania, in discesa verso la scogliera nera e acuminata che ha raccolto per millenni le voglie accese del vulcano. Riordinare i pensieri? Impossibile, troppa fatica e io sono pigro, molto pigro, al punto che vorrei che queste righe si scrivessero da sole e raccontassero di come la nostra vita è plasmata dal grembo naturale che ci accoglie dalla nascita, dai seni che ci allattano bambini, dal pane e dall’olio col pomodoro, dal profumo di basilico e dall’accento del dialetto che ascoltiamo quando ancora abbiamo strada davanti.
Quattro passi fra il piccolo molo e gli scogli neri, una trazzera di’ mari da queste parti una creuza de ma’ mille chilometri più a nord… La musica e l’arte che sono amore e passione li fanno coagulare assieme, diventano il medesimo sentiero, la stessa placida prospettiva. Tutto questo non cambia una riga della mia vita, della mia pigrizia sostanziale; nel mio sud c’è un altro mezzogiorno, un altro alito tiepido da cui non riesco a staccarmi… nonostante la giacca e la cravatta. Nonostante la lingua italiana.
martedì 6 ottobre 2015
I percorsi compiuti
ad un certo punto ho avuto la sensazione che il tempo si fosse dilatato
e, con esso, anche le alternative possibili.
Ma non è così, non può essere così,
appena esci dalla rada devi confrontarti con la possibilità di una tempesta o di un uragano.
Quello che riuscirò a scrivere sarà la cronaca di un sogno a mezzaria
fra questa stagione e l’altra che ho intravisto dentro la luce di un tramonto.
C’è una realtà che conosco bene: stare da soli può uccidere;
può lasciarti svuotato come una buccia che si sostiene per caso
finchè un colpo di vento più forte la fa' cadere
e ne mostra tutta l’intrinseca debolezza.
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