Non tutte le faccende hanno appigli che consentono almeno una parvenza di comprensione; questo blog è una fuga, ben vestita (credo) e organizzata con la logica di un maturo signore ricco d’esperienza e solitudine; le righe scritte o riscritte sono il riflesso di un concetto esistenziale che non prevede l’età ma la surclassa, ci gioca e pensa scioccamente di averla fatta fessa. E’ in questo luogo che gli anni riesco a tenerli a bada, solo qui posso permettermi di sbagliare e poi disquisirci sopra con charme e in rima. Fuori da qui ci sono solo schiaffi in faccia…qualcuno di essi riesce ad entrare fino all’anticamera di queste pagine. Non mi sono arreso ma questo non elimina la mia sconfitta nell’altra vita, là dove tra i 18, i 38 o i 60 la differenza esiste ed è palese. Cerco di vivere questa e quella, anzi ho provato talvolta a essere poligamo e farle risiedere entrambe vicino al cuore. Non ci sono riuscito, le due signore sono litigiose e incompatibili l’una all’altra, non ho alternative a questa dicotomia. Però dentro la mia vita “mentale” il concetto di errore è diverso e ha ragione chi dice che spesso amiamo le cose che apparentemente disdegniamo secondo la logica corrente; forse è solo il tentativo di nasconderle o proteggerle dai poliziotti dell’altra vita, quella in cui siamo debitori di qualcosa a qualcuno. Il senso vero e profondo di scrivere e di farlo così è quello di nobilitare quel mondo di emozioni e idee che fuori da una pagina sarebbero accantonate in un angolo a fare tappezzeria mentre le squillo di lusso dell’alta società divorano le notti fra brindisi e scopate da alta moda.
La bellezza vera trascolora se non la nutri d’amore, rinsecchisce e invecchia fino a svanire anche dai ricordi frammentati in questi giorni in cui le sconfitte sono uno standard consueto. E’ qui che un sorriso davanti ad un tazza di latte diventa un brindisi scintillante, qui che una riflessione attenta trova lo spazio della comprensione, qui e soltanto qui, dentro questa via di fuga. Ma anche in questo luogo NIENTE E’ PREVEDIBILE, NIENTE E’ SICURO. Non ho più prospettive virtuali, non ho la “vostra “ educazione, non possiedo il vostro stile e non pretendo di imporre il mio. Ho solo questo luogo e non riesco ad immaginarne il destino: strano per uno come me che conosce bene la storia e ne ha scritte tante.
sabato 18 marzo 2017
mercoledì 15 marzo 2017
martedì 14 marzo 2017
Sto altrove
Non sono sparito, sto altrove: a due passi da qui dentro gli universi paralleli a questo mio. Leggo, certe volte mi fermo interessato altre passo avanti infastidito. E mi domando cosa accade quando qualcuno arriva qui da me.
E' UNA DELLE PIù BELLE FOTO DELLA CITTA' IN CUI SONO NATO
PALERMO DAL MARE AL MONTE
lunedì 13 marzo 2017
Il mio modo
Non tocca certamente a me giudicare il MIO MODO di scrivere, quello che voglio è farmi capire dentro, essere capito, depositare dentro la vostra testa l’emozione che mi ha fatto scrivere; la mia liberazione e l’unico senso possibile della mia esperienza in rete sta tutta lì.
domenica 12 marzo 2017
NICOLE
Ho un’idea di una donna, rafforzata da una foto: ho un’immagine. Quando sono sospeso, e mi capita spesso, le due cose assieme si fondono ed esce fuori la mia fantasia personale di una blogger. Non c’è niente di male, gli umani trascendono e anche il più elementare tra di essi possiede una metafisica. Con te ho trasceso: è stato più facile che in altre occasioni perchè ti racconti senza particolari sovrastrutture, ti racconti perchè ami vederti vivere e, pur non amando la doppiezza, te ne servi. Ti posi lì e ti distacchi da te stessa, ti guardi e alla fine dopo aver capito scopri di volerti bene e capisci come curare le ferite. Sono quanto bastano, quanto ne servono a velarti gli occhi di malinconia a intimidire un sorriso. Sei alla ricerca dell’altra parte di vita: talvolta dici di desiderare la pace ma hai i temporali dentro con lampi improvvisi, e ti ostini, feroce, a cercare il senso vero di quello che ti hanno fatto. Questo è il tuo tempo adesso: procedere per disgusto verso il passato e per allegra curiosità verso il futuro. La ricerca è solo tua anche se ne fai partecipi gli altri e nessuno può vederne la fine; da fuori si interpreta, nel migliore dei casi, o ci si approfitta di una cordialità un po’ ombrosa. Non avresti aperto un blog se non fossi veramente curiosa di te stessa non saresti sul palcoscenico della vita se non nutrissi una fiducia sconsiderata nella tua forza d’animo. Certo, talvolta, davanti al mare, su una spiaggia silenziosa, guardando l’altra costa davanti a te, vicina e irraggiungibile allo stesso tempo, un po’ di sgomento ti assale. E’ come il va e vieni della risacca, non fa tanto male. Ma resta.
LIBERO
Esco di casa presto al mattino. Libero, sono libero, metto in moto e parto: percorso diverso stavolta. Scendo in studio dall’alto, così ad un certo punto si apre tutto il panorama del golfo. Apro il finestrino, l’aria è bellissima: libero sono libero mi ripeto. Ah… me lo voglio godere questo senso di vento e di cielo.
Guardo più in là, verso sud. La costa si perde in un orizzonte sfumato ma io socchiudo gli occhi e lo vedo perfettamente cosa c’è più in là: vedo l’altra città, antica, e il suo porto e poi, più giù le lunghe spiagge che portano sino alle soglie dell’eden. Volendo domani posso tirare dritto e posso arrivarci: libero sono libero. Potrei anche fare tutto il giro di quest’isola, fermarmi dove capita per mangiare qualcosa in assoluto silenzio guardando il mare d’autunno e i suoi colori pastello. Montalbano sarebbe d’accordo. Perchè questa sensazione di leggera follia che un tempo contagiò Battisti non resta sempre con me? Dove se ne va quando mi tradisce con altre spiagge, altri amanti? Non sono libero! So che esiste la libertà ma ci gioco pericolosamente; la palpeggio e lei ride compiaciuta, carnale…poi scappa perchè il prezzo del suo amore è troppo alto. Per ora. Domani scappiamo insieme e, chissà, forse non torniamo più. Ci stabiliamo in uno di quei paesotti placidi sul mare, quelli carezzati dai gabbiani, dove non accade mai nulla e un Pc serve solo a commiserare il resto dell’umanità sciocca che non vede e non capisce. Lì persino Giulia e le altre avrebbero un senso diverso. Montalbano sarebbe d’accordo.
Mi accendo una sigaretta, si è acceso il giorno.
Guardo più in là, verso sud. La costa si perde in un orizzonte sfumato ma io socchiudo gli occhi e lo vedo perfettamente cosa c’è più in là: vedo l’altra città, antica, e il suo porto e poi, più giù le lunghe spiagge che portano sino alle soglie dell’eden. Volendo domani posso tirare dritto e posso arrivarci: libero sono libero. Potrei anche fare tutto il giro di quest’isola, fermarmi dove capita per mangiare qualcosa in assoluto silenzio guardando il mare d’autunno e i suoi colori pastello. Montalbano sarebbe d’accordo. Perchè questa sensazione di leggera follia che un tempo contagiò Battisti non resta sempre con me? Dove se ne va quando mi tradisce con altre spiagge, altri amanti? Non sono libero! So che esiste la libertà ma ci gioco pericolosamente; la palpeggio e lei ride compiaciuta, carnale…poi scappa perchè il prezzo del suo amore è troppo alto. Per ora. Domani scappiamo insieme e, chissà, forse non torniamo più. Ci stabiliamo in uno di quei paesotti placidi sul mare, quelli carezzati dai gabbiani, dove non accade mai nulla e un Pc serve solo a commiserare il resto dell’umanità sciocca che non vede e non capisce. Lì persino Giulia e le altre avrebbero un senso diverso. Montalbano sarebbe d’accordo.
Mi accendo una sigaretta, si è acceso il giorno.
I Vicere
Ho negato per quarant’anni che la frase di un illustre meridionale avesse un qualche significato storico o sociale: “Ora che l’Italia è fatta, dobbiamo fare gli affari nostri…” Lo scrisse De Roberto nel romanzo i Vicerè, mettendola in bocca a un notabile siciliano nel periodo che immediatamente seguì all’annessione al Piemonte. Quella frase rimbomba feroce dentro di me, rimbalza sul mio sentirmi cittadino italiano, scivola sulla mia cultura e contraddice i miei ideali in qualcosa di più grande di una città o di una regione
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