sabato 4 marzo 2017

Corso dei Mille

Sta scendendo la sera e il cielo della mia città fra poco avrà quel colore impossibile blu che definisce e piega all’immaginazione anche i sogni più ribelli. Io sono siciliano…ho trascorso tutta la mia vita sperando di non essere solo quello ma è inutile, Corso dei Mille è solo il viatico di un’ emozione essiccata, perché la storia è passata da qui ma se n’è andata da molto tempo. Salutiamo.

venerdì 3 marzo 2017

Timpa


Stanotte, a Catania, ho deciso di getto, me ne vado a mare sotto la Timpa di Acireale a guardare la luna; un vecchio mi disse una volta che… di sira a’ montagna di focu ci va’ cunta al mari tutti i pinseri di Diu. E io là sarò, attentissimo a non perdere manco una parola.

giovedì 2 marzo 2017

IL PUNTO


Troppe domande, nessuna domanda. Dovrei fermarmi ma temo la gabbia del tempo e dell'inutilità: continuare nonostante tutto recita al nulla la litania del tutto pieno. Serve più di quanto non si creda! I Blog sono un vezzo e una necessità culturale, sfruttano le possibilità dell’odierna tecnologia ma non sono poi migliori di un buon carteggio o della pagina scritta di carta. Sono soltanto più immediati.A furia di essere immediati sono anche diventati più stronzi e volgari, una pletora di oscenità letterarie e mentali, lo specchio fedele di questa società da basso impero o la logica conseguenza di certe premesse sociali e culturali presenti già 60 anni fa. Bugie, volute o trovate lungo la strada, strumentalizzazioni a gogò, il tutto condito da una sana superficialità che è rimasta l’unica ancora di salvezza in un paese che altrimenti sarebbe da mettere in liquidazione da subito.
Il fatto che io senta con chiarezza che ciò che scrivo si perda per strada appena lo batto sulla tastiera non è un vezzo da piacione del cavolo: io sento che è così. Arriva poco dell’universo che mi gira dentro e, in genere, solo la parte più scomoda e conflittuale. Per dirla in altro modo, arriva solo la mia componente snob, critica, quella che mi fa apparire un arrogante ante litteram arrivato non si sa come in un ambiente di gente tranquilla e “normale”. Se fosse diversamente la blogosfera, me compreso, sarebbe un eden salvifico in cui ognuno potrebbe liberarsi e migliorare. Non si può fare blog diversamente da come è nato: ci vogliono i contatti, servono interlocutori, cultura in senso lato, positività, curiosità e una buona dose di autocritica. Un blog è questo, diversamente è qualche altra cosa non facile da definire. Prendo nota della situazione e mi do da fare: avevo provato ad allargare i confini, che volete farci la mia cultura giovanile del tutti dentro e tutti possibili fratelli mi ha segnato profondamente. MA NON FUNZIONA! Così il mio blog diventa più ingestibile del suo autore: io non ho ancora trovato il linguaggio che funga da esperanto universale quindi ritorno all’italiano del novecento. Le puntate nella lingua siciliana spero che me le perdoniate come un vezzo che mi scalda il cuore…tra l’altro non me la sentite pronunciare e, senza l’audio una poesia di Buttitta per esempio perde la metà del suo fascino (meno male che il fascino è molto grande). Se dovessi prendere come premessa indispensabile la comunicabilità, la piacevolezza, l’educazione, la cultura simile, l’elasticità mentale e il sottile erotismo di certe situazioni, questo blog ne uscirebbe stravolto; quindi me ne frego e continuo così, un colpo al cerchio e uno alla botte.
Voglio anche dirvi che dobbiamo essere comunque soddisfatti della “nostra blogosfera” italiana: da qualche tempo frequento altre spiagge del web. Per forza di cose sto sfogliando la blogosfera pubblicata in quelle lingue… quasi sempre penosa! I blog in lingua anglosassone sono zeppi di presunti scrittori che si autocomplimentano a vicenda e pubblicano incredibili storie fantasy o fantascientifiche, piene di guerrieri dalle armature lucenti, marziani verdi, o amanti davanti al mare pronti a recitare l’inutile refrain di una fiction. La forza e la bellezza vera di alcuni blog presenti dalle nostre parti costoro se la sognano. Esiste anche un problema di tempo ed uno, più subdolo, di stanchezza psicologica: tenere troppe porte aperte fa corrente e rischio una polmonite. Nel frattempo i commenti di insulti continuano ad arrivare come un indispensabile corollario del mio essere blogger da quando sono entrato in rete. Se e quanto sono degno di stare qua non devo dirlo io: mi diverto ancora e la mia capacità di arrabbiarmi è immutata, per un blogger mi sembrano doti indispensabili. Vengo preso sempre più spesso da un senso di lontananza e malinconia di cui qui trapela solo una parte, i post migliori li sto pubblicando nascosti tra le pieghe di alcune risposte altri ancora sono chiusi nell’archivio di una vita che ho conservato per spenderla nella mia incipiente vecchiaia.

Un extra

Io mi conosco, so dove arrivo e dove mi blocco, conosco perfettamente le ragioni delle mie sconfitte, per questo ho ipertrofizzato le mie capacità di sogno e immaginazione: è una chance in più, un extra con cui allungo la mia vita. E’ il mio modo di scrivere asimmetrico dal mio modo di vivere Sono diventato duro e fragile, nervoso e arrogante più del dovuto ma, soprattutto, sono diventato guardingo, qualcosa di nettamente contrario alla mia natura, qualcosa che è il segno delle ferite ricevute e non digerite. Eppure basterebbe poco, basterebbe un minimo di intelligenza, basterebbe separare il web dal privato ( ci sono le mail) e lasciarmi in pace a riempire di parole il vuoto. 
Altrimenti un uomo come me soccombe

mercoledì 1 marzo 2017

Subito


Sta accadendo di nuovo, lo sento con assoluta certezza: quindi devo scriverne, ora, subito, prima che il senso diventato carnale svanisca e ritorni a viaggiare su sentieri nascosti e non esprimibili a parole. Ho scelto un certo numero di blogger da seguire: evidentemente ciò che avete scritto è andato al di là di alcuni vostri propositi. Ha smosso le leve giuste e mi ha portato su un’altra collina, davanti ad un’altra prospettiva di me stesso. Vorrei molto da chi mi legge, moltissimo: lo ammetto io vorrei più di quello che merita ciò che scrivo, vorrei che la comunicazione fosse tale e quindi perfetta. Tu me la daresti adesso mentre posi gli occhi su questi segni neri; io credo che sia così e mi allontano per un altro intervallo da quell’altra signora che invia ogni tanto un conto spese esistenziali.

martedì 28 febbraio 2017

SIPARI QUARANTANNI DOPO

Ho scritto molte poesie, alcune a distanza di anni sono restate tali altre sono morte in un abito che non competeva loro. Con tutto quello che ho lasciato negli anni in rete su spazi diversi fra loro potrei vivere di rendita per molto tempo. Perchè no? Copiare e incollare QUI il materiale mio di altri mondi e altri tempi: compiacermene stoltamente e facilmente, dare un ritocchino qua ed uno là, dirmi non male, non male finchè l’eco dei miei passi si perderebbe nello spazio vuoto della mia esistenza. SIPARI resta una poesia. Ha superato il MIO tempo ed è ritornata seriamente al suo posto. Sipari è mia, lei è svanita trentanni fa.


Di mattina ti guardo anche se
da tempo non sei più
qui.
Mi muovo fra le pieghe di quel che
eravamo: il viso serio, le labbra ferme,
gli occhi abbassati.
Devo essere uno spettacolo curioso
per chi guarda libero dalla mia malattia
e incomprensibile.
Io Attraverso le scene della nostra vita
e c’è sempre qualcosa fuori posto;
metto gli oggetti del cuore
in modo diverso,
dispongo la curiosità d’esistere
in altra direzione.
Ma c’è sempre qualcosa fuori posto
uno spigolo, un grosso armadio,
una traccia,
un camuffamento mal riuscito,
un’urgenza crudele,
intromissioni tra un sipario e l’altro.
L’ultima scena è sempre vuota.





Tastiere

Poi ti sedesti al piano e abbiamo parlato a lungo senza aprir bocca. Eri pieno di luce, il viso rivolto verso l’alto mentre le mani lunghissime e bianche sfioravano la tastiera. Sorridevi e la musica…Dio mio, la musica ci attraversò per sempre, bella come non l’ho mai più udita. Ma una volta può riempire un’intera esistenza. Una volta chiude parentesi che sospirano una fine dignitosa, completa il sogno in un attimo breve. E scompare lasciandoti solo la scia della nostra eternità.

lunedì 27 febbraio 2017

Vero

Sono un uomo, vero, in carne e ossa, ho compreso che su queste pagine posso deporre solo una parte del mio spirito, non è cosa da poco! Il riflesso che già vedo fa parte dello stesso ambito mentale e so bene che non gli si può dare un corpo: l’attenzione è comunque di rigore perchè il rischio di trascendere è sempre presente

domenica 26 febbraio 2017

Periferie

Non sono ancora convinto che i blog e la rete in genere possano cambiare le carte sulla tavola delle prospettive politiche e legislative; la nostra presenza c’è, in qualche caso è pregevole, ma finora non ha inciso su questo tessuto ormai in disfacimento.