Lo sentite questo silenzio? Uhm…è bellissimo. Alle 20 e 50 di settembre in Sicilia, davanti al golfo di Catania io mi godo fino all’ultima goccia questo silenzio prezioso. Mi piace sentire ronzare la testa, il vino bianco da 13 gradi mi ha dato la mazzata giusta e adesso sileeenzioooooooooooooooooo Sennò non capisco più niente. Devo fermarmi e rigirarmi i vostri commenti e i vostri blog fra le dita: chissà se voi, soprattutto voi del nord lo fate mai. Chissà che minchia avete letto di questa parte d’Italia, cosa avete annusato o mangiato. Che idea avete di me, di quelli come me e del silenzio. Qualcuno mi ha detto che sono iperproduttivo, può darsi. Possono anche essere gli ultimi tiramenti di un blog che agonizza però. Silenzio…c’è un pò di vento che sta passando fra le palme scampate al punteruolo rosso. Forse ha ragione la Lega non si può comunicare con i terroni, porcaccia di una miseria. Incomunicabilità degna della Salerno- Reggio.
Ma non posso non dire la mia verità, al punto in cui sono non servirebbe, e non mi salverebbe…nemmeno da questi fine settimana inutili. Io guardo il cielo sopra di me e voglio aspettare che questa sera smaltata e sensuale si spenga e mi lasci il tempo di capire e giudicare. La mia vita dorme nell’altra stanza, qui si sente solo il ronzio del ventilatore di raffreddamento del Pc.
Silenzio, che meraviglia, così sembra tutto lontano. Anche la rabbia politica e quella esistenziale. E’ il senso della vita che mi sfugge o forse non la so raccontare? Domani mi impegnerò, domani quando questo silenzio imbarazzante sarà terminato. Domani diamo la mazzata definitiva a questo blog perchè io ho questo problema, io ricordo tutto. Tutto. Anche la tua espressione Giulia quando ci siamo salutati quel giorno. Tutto scivola via dicono. Anche tu lo farai.
Uno si aspetta di essere salvato da una passione sincera, dall’onestà con cui l’ha vissuta, dal sogno ininterotto di averla accanto… Minchiate!!!! Sono i desideri che salvano, la spinta a passare oltre, la crudeltà del non ricordare; ma vedi bbedda questa è una storia d’amore, ne ha tutte le caratteristiche e, come tale, vive in quella perenne sospensione di futuro e di giudizio che le è propria. Ho pensato molte volte in questi anni a possibili varianti, alle decine di “slidingdoors” che potevano aprirsi se… Infine sai cosa resta Giulia? Restiamo noi. L’infinita bellezza che si insinua almeno una volta dentro la vita di ognuno di noi: hai ragione io non potevo salvarti, è stata la bellezza a salvare noi! Tu non sei scivolata via. Quando ti ho abbracciato per l’ultima volta ero pronto a scriverti sulla bocca che non ci saremmo lasciati mai… sciocchezze vedi, ci siamo lasciati! Ricordarsi è un altro affare, è un contratto con l’infinito sai. Chiediamoci cosa saremmo diventati. Guarda, ho imparato a coniugare i verbi Giulia. Io che perdevo la pazienza e uccidevo il mio carattere per ritrovarla. Tu che entravi come una malattia inguaribile nel mio cuore. Giulia posso dirtelo? Sento ancora in fondo la tua musica… Tra di noi poteva finire con una delle solite constatazioni amichevoli di incidente di percorso… ti ho amato, è stato molto bello, risentiamoci, rivediamoci, ricuciniamoci... riscopiamoci! Invece abbiamo davanti un luminoso futuro di ricordi. Stai ricominciando Enzo! Vergognati! Giulia, lo so con sicurezza assoluta, la mia solitudine adesso è perfetta, tutte le altre vite non bastano per dimenticarci…nemmeno io sono scivolato via.
Tre secondi fa ho pensato a Giulia e a quanto l’ho amata: non la cercherò, non la cerco più da anni, ma pensarla mi ha sistemato il cervello: adesso le carte si sono tutte rimescolate tranne la sua. Perchè lei bara e vince sempre. E adesso silenzio, questa storia è finita. Inchino.
sabato 18 febbraio 2017
Nostri e nient’altro
Io credo che siamo solo nostri, che ciò che condividiamo con un sorriso di piacere resti nostro per sempre. Ci credo fermamente e se racchiudo in un solo fardello questi anni di scritture non c’è niente di cui riesca a vergognarmi, nessuna parola che non vorrei aver detto. Scrivo per capire e sono un egoista, ogni tanto incontro uno scoglio più ruvido di me, altre volte una baia piena di vento e me la giro tutta.
venerdì 17 febbraio 2017
Statico
Non riesco a cambiare finora, sono incapace di adeguamenti, non pratico compromessi, fondamentalmente ostico e estraneo alla quasi totalità delle mie frequentazioni virtuali. Su questioni come finis vitae e relativa legge, dinamiche parlamentari, dinamiche politiche, ideologie di questo secolo trascorso, storia italiana, cattolicesimo e Vaticano, figure papali, teologia ed Evangeli, rapporti con l’Islam, fenomeno migratorio, Europa europeisti e UE, scuola e valori educativi, Magistratura e magistrati…ma soprattutto senso del tempo dell’uomo e delle sue radici etiche profonde, per tutti questi argomenti e altri ancora ho una posizione opposta e diversa dalla vostra ( o da quella che leggo sulle vostre pagine). Capite bene dunque che le diversità intellettuali e d’opinione unite a questa scontrosità di base rendono Enzo rasi finito prima ancora di cominciare.
mercoledì 15 febbraio 2017
Ci ni voli tempu
Molto tempo fa c’era un altro tempo: e questa parola riempiva lo spazio esattamente come fa adesso. E’ molto più di un’idea, è la nostra evidente realtà organica che trascende nel metafisico. Il tempo lascia aperta la porta affinchè noi si possa intendere il percorso seguito e quello a venire. Ci ni voli tempu ppì livarimi du menzu… ed è essenziale che alla sintassi linguistica si associ quella topografica e esistenziale del luogo. Così l’anima di certe notti infinite, il siciliano asciutto di questa parte d’isola, il senso del mare a due passi e la malinconia feroce e segreta di una conquista femminile improvvisa, per tutto questo “ Ci ni voli tempu”
L'ASSASSINO SILENZIOSO
L’amore che si presenta alle spalle
di notte è un assassino silenzioso.
Scivolo tra le sue braccia
per sfuggire al mio destino.
Dibattersi, negare
cambiare il suo disegno con una poesia
bilanciare con i miei frammenti
il suo sorriso finale è l’ultima sciocchezza
di quest’uomo.
Stanotte non finirà così
Per molto tempo ancora
tralascerò quella virgola che fa da confine
tra la vita e i giorni vuoti.
E voltandomi ti bacerò come tu non hai mai provato
Mi ucciderai certo ma non sarà invano
ti accoglierò da solo
stanotte.
Come sempre sono stato
e ti guiderò la mano
e per un lunghissimo attimo
capirai.
Dopo sarà troppo tardi
Troppo facile
troppo rapido e lontano
di notte è un assassino silenzioso.
Scivolo tra le sue braccia
per sfuggire al mio destino.
Dibattersi, negare
cambiare il suo disegno con una poesia
bilanciare con i miei frammenti
il suo sorriso finale è l’ultima sciocchezza
di quest’uomo.
Stanotte non finirà così
Per molto tempo ancora
tralascerò quella virgola che fa da confine
tra la vita e i giorni vuoti.
E voltandomi ti bacerò come tu non hai mai provato
Mi ucciderai certo ma non sarà invano
ti accoglierò da solo
stanotte.
Come sempre sono stato
e ti guiderò la mano
e per un lunghissimo attimo
capirai.
Dopo sarà troppo tardi
Troppo facile
troppo rapido e lontano
Devo essere sincero “stanotte” piace anche a me: l’ho scritta di getto come se fosse già presente dentro la mia mente e non aspettasse altro che uscire. Era notte alta e dovevo liberare il cuore da un peso decennale e crudele, non serviva altro che scrivere e farlo con dedizione sincera. Dopo, un minuto solo dopo è trascorso un intervallo infinito: esso ha annullato qualunque malinconia, qualunque ridicolo pietismo.Io sono asciutto dentro quelle righe, non c’è nient’altro che la coscienza lucida di sè. Nessun rimpianto, la vita soltanto e l’amore o l’idea di esso, il profumo che chiunque lo abbia provato non dimenticherà perchè è una necessità senza do utdes, senza formalismi, senza età…solo io e quell’idea viva e terribile.
martedì 14 febbraio 2017
Amanti meravigliose
Scrivo post da molti anni, risiedo qui tra queste lettere ed ho un contratto d’affitto secolare, potrei sentirmi tranquillo, stabile e invece mi sento come se fossi già andato via. Nessuna donna può aiutarmi a rimanere, nessun corpo può risucchiarmi dentro di sè e riscaldarmi. Però non voglio andarmene così, senza prima aver detto che mi manco da morire. Sono un “tutto compreso” e sono anche in buona compagnia. Le verità carezzate alla fine escono fuori e cominciano a rotolare per l’etere: ne ho raccolte alcune morbidissime e profumate, scivolavano mescolate ad altre meno attraenti.
lunedì 13 febbraio 2017
Un desiderio
Vorrei fermarmi e raccogliere le ombre delle cose che ho lasciato in giro nel web in tutti questi anni: vorrei trovare lì il senso vero della vitalità, di un progetto che facesse a meno della mia cultura, dei miei drammi, dei miei addii, che facesse a meno dei ricordi se non riveduti e corretti…. ma non posso fare a meno di me. Io ci credevo, culturalmente tutta la mia generazione ingenuamente ci ha creduto: comunicare significava rispettare e rispettare era l’anticamera di capire. Non è più così ed oso dire che non è mai stato così sui blog.
Solo un’occasione
Il blog lo ripeto è già scritto, lo è stato da sempre, WordPress o Blogspot sono stati solo l’occasione, il mezzo per travasarci dentro tutta la parte di me che ci entrava, era scontato che tracimasse e rompesse i cabbasisi ai vicini… non sono un rompicoglioni, sono curioso e purtroppo so leggere e scrivere e lo sanno fare tutti gli altri me stesso che mi accompagnano. Non sono nemmeno così misurato e classico come faccio credere ( un po’ mi diverto) però non posso sfuggire né alla mia educazione familiare e sentimentale nè alle mie esperienze: ci provo talvolta ad accomodarmi in salotto ( sono bravissimo anche in jeans e t-shirt) ma poi mi chiamano dalle altre stanze…
domenica 12 febbraio 2017
IN CORO
La stanchezza è il segno della mia permanenza qui, una condizione rinvigorita ogni volta che sfoglio le pagine virtuali dopo aver abbandonato per la stessa ragione quelle cartacee. Il web ribadisce la stessa uniformità di atteggiamenti culturali e mentali dei media ufficiali e il medesimo ostracismo per coloro che sono fuori da QUEL CORO in specie. C’è un silenzio ( inconsapevole?) che aleggia sul ronzio diffuso di questa gran macchina che si è messa in moto da una ventina d’anni; internet docet, il nuovo libro sacro figlio della gran madre comunicazione imperversa sui nostri sensi. Il ronzio copre l’enorme massa di utenti, li ipnotizza e li seduce: infine su qualsiasi argomento diciamo tutti la medesima cosa. E’ la nostra felicità, il nostro rifugio e la nostra difesa dal cancro del dubbio. Nonostante l’immanenza di alcune problematiche e la loro continua presenza nel nostro orizzonte comunicativo e culturale io non leggo mai un’analisi seria sulle differenze culturali in divenire tra islam e cristianesimo per esempio. Non leggo mai un riflessione attenta sulla condizione femminile nella gran parte dei paesi musulmani riguardo a istruzione, sanità, diritti civili, famiglia etcetc. Non leggo mai di attentati, armi e sangue con il loro codazzo di insulse giustificazioni, a causa di blogger che mettono il Papa all’indice in prima pagina sui loro blog, di prese di posizioni dure e violente per le centinaia di fedeli cristiani massacrati in Africa o di buddisti uccisi dal governo cinese in Tibet. Sono certo che anche voi leggete di altro. Il banner con la scritta “Cave Papa” è scomparso definitivamente dall’ascesa al soglio pontificio di Francesco I e le attenzioni sono semmai puntate sul nuovo corso ideologico- teologico del Vaticano: non c’era da secoli una benevolenza così forte nei confronti di una fede che non fosse quella islamica. Però in un simile idilliaco contesto un regista in Olanda ( la civilissima e libera Olanda ) può essere scannato per strada a causa di un film sulla schiavitù femminile nell’islam, l’ambiente intellettuale di una sinistra dominane in campo culturale non fiata sull’abominevole condizione sociale della donna nei paesi a prevalenza musulmana. Tutti zitti, defilati e silenziosi oppure pronti a giustificare in mille modi questo tipo di situazioni. Tutti e tutti i più intelligenti e progressisti, tutti quelli e quelle che per decenni hanno fatto in Europa un chiasso inimmaginabile contro il Vaticano, i preti, il cattolicesimo, la Fallaci.
Pare che gli unici orribili testimoni di un maschilismo schifoso e criminale siano rimasti gli europei post- cristiani ( perché il cristianesimo sta scomparendo se non lo avete capito); per tutti gli altri sono pronte decine di perfette giustificazioni etnico sociali , approfondite analisi storiche per le quali e con le quali la condizione femminile nell’Islam “ non è poi tanto peggiore da altre simili sul pianeta”! Un applauso a questo escamotage è il minimo.
Ma io credo che un rogo è un rogo, una lapidazione è una lapidazione, l’impossibilità di adire a una scuola ad un medico per una ragazza, l’obbligo di vestirsi in un certo modo, di non poter uscire se non accompagnata da uno stretto congiunto, la sottomissione insomma completa alla figura maschile di riferimento, siano questioni che attengono ad un solo ineludibile concetto: la schiavitù! La libertà di leggere e informarsi senza rischi per la propria incolumità non ha un colore politico e non può averne neppure uno religioso, non in occidente dove da secoli si consuma lo scontro tra laicismo e religione. Certo i fatti di Charlie Hebdo hanno una valenza particolare, in essi il germe della mancata misura e del rispetto vi ha preso piede ma la stessa ferocia sarcastica nei confronti del cristianesimo in generale e dei suoi rappresentanti non mi risulta che abbia mai indotto nessuno a commettere stragi. Come potremmo analizzare la cosa?
I musulmani hanno una fede più vera? Hanno un dogmatismo naturalmente portato verso estremismi cruenti? I cristiani sono solo degli ipocriti o, nel migliore dei casi, delle semplici animelle? Personalmente invece di ascoltare o leggere le improbabili minchiate del rappresentante dell’islam di turno vorrei vedere un confronto aperto con un cardinale o un teologo cristiano. Mi farebbe piacere ascoltare l’opinione schietta di una donna di sinistra magari con una storia di femminismo e liberazione femminile alle spalle su questi argomenti. Utopie, solo desideri incompiuti, i media suonano tutti la stessa musica. E dopo aver ascoltato la sua opinione vorrei osservarne i gesti conseguenti. Una donna occidentale non può in alcun modo favorire il diffondersi della cultura islamica sulla sua terra, è una cosa folle e senza senso che contraddice alla dignità sia personale che di genere. Una donna occidentale può benissimo criticare aspramente i libri della Fallaci ma non può seguire il sentiero che la conduce al suo annullamento come essere umano per ridurla solo a oggetto di piacere riproduttivo.
A me sembra un discorso di una chiarezza disarmante…evidentemente mi sbaglio.
Non mi nascondo che la mia possa ritenersi un’idiosincrasia o un blocco mentale ma devo comunque tenerne conto perché a tutt’oggi l’atteggiamento dell‘islam nei confronti della cultura generalmente intesa ( letteratura – musica – pittura – etcetc) non l’ho mai digerito. Lo stesso dicasi per quello sul mondo femminile. Non sono mai stato l’uomo che è capace di sorvolare nell’ambito di “più ampie e nobili prospettive”, nelle assemblee e nelle discussioni di una vita non digerisco la propaganda, l’ideologia pelosa e fine a se stessa, le adunate oceaniche e i trend di stagione. Amo il confronto senza remore e la reciprocità. Quest’ultima alla fine è diventata un handicap insormontabile per abbracciare in toto le idee che la sinistra in generale porta avanti da 30 anni nel mondo. Non mi è possibile leggere o ascoltare discorsi sul confronto o scontro di civiltà provenire da pulpiti capziosi e scorretti intellettualmente; non posso più ascoltare la negazione di fatti evidenti o della logica più banale. Io NON amo la cultura occidentale che mi ha generato con i paraocchi e so bene quanti roghi si sono accesi nel vecchio continente dal medioevo in poi: io non voglio ritornare a quella stagione dell’umanità, voglio leggere tutto e di tutto, voglio continuare ad ascoltare la musica del vecchio e del nuovo continente, voglio ammirare senza vergogna i maestri del rinascimento italiano, commuovermi davanti ad un Tiziano o un Raffaello o un Caravaggio o davanti ad un cupola del Bernini. Voglio che il frutto dell’intelletto umano che ha prosperato e si è diffuso su questo mondo continui ad illuminarlo e non accetterò mai per convenienza politica o ideologica il mercimonio e la sudditanza nei confronti di altre culture. Io rispetto non per patito preso ma per analisi e riflessione. La convenienza non ha mai fatto per me sui blog e fuori.
Pare che gli unici orribili testimoni di un maschilismo schifoso e criminale siano rimasti gli europei post- cristiani ( perché il cristianesimo sta scomparendo se non lo avete capito); per tutti gli altri sono pronte decine di perfette giustificazioni etnico sociali , approfondite analisi storiche per le quali e con le quali la condizione femminile nell’Islam “ non è poi tanto peggiore da altre simili sul pianeta”! Un applauso a questo escamotage è il minimo.
Ma io credo che un rogo è un rogo, una lapidazione è una lapidazione, l’impossibilità di adire a una scuola ad un medico per una ragazza, l’obbligo di vestirsi in un certo modo, di non poter uscire se non accompagnata da uno stretto congiunto, la sottomissione insomma completa alla figura maschile di riferimento, siano questioni che attengono ad un solo ineludibile concetto: la schiavitù! La libertà di leggere e informarsi senza rischi per la propria incolumità non ha un colore politico e non può averne neppure uno religioso, non in occidente dove da secoli si consuma lo scontro tra laicismo e religione. Certo i fatti di Charlie Hebdo hanno una valenza particolare, in essi il germe della mancata misura e del rispetto vi ha preso piede ma la stessa ferocia sarcastica nei confronti del cristianesimo in generale e dei suoi rappresentanti non mi risulta che abbia mai indotto nessuno a commettere stragi. Come potremmo analizzare la cosa?
I musulmani hanno una fede più vera? Hanno un dogmatismo naturalmente portato verso estremismi cruenti? I cristiani sono solo degli ipocriti o, nel migliore dei casi, delle semplici animelle? Personalmente invece di ascoltare o leggere le improbabili minchiate del rappresentante dell’islam di turno vorrei vedere un confronto aperto con un cardinale o un teologo cristiano. Mi farebbe piacere ascoltare l’opinione schietta di una donna di sinistra magari con una storia di femminismo e liberazione femminile alle spalle su questi argomenti. Utopie, solo desideri incompiuti, i media suonano tutti la stessa musica. E dopo aver ascoltato la sua opinione vorrei osservarne i gesti conseguenti. Una donna occidentale non può in alcun modo favorire il diffondersi della cultura islamica sulla sua terra, è una cosa folle e senza senso che contraddice alla dignità sia personale che di genere. Una donna occidentale può benissimo criticare aspramente i libri della Fallaci ma non può seguire il sentiero che la conduce al suo annullamento come essere umano per ridurla solo a oggetto di piacere riproduttivo.
A me sembra un discorso di una chiarezza disarmante…evidentemente mi sbaglio.
Non mi nascondo che la mia possa ritenersi un’idiosincrasia o un blocco mentale ma devo comunque tenerne conto perché a tutt’oggi l’atteggiamento dell‘islam nei confronti della cultura generalmente intesa ( letteratura – musica – pittura – etcetc) non l’ho mai digerito. Lo stesso dicasi per quello sul mondo femminile. Non sono mai stato l’uomo che è capace di sorvolare nell’ambito di “più ampie e nobili prospettive”, nelle assemblee e nelle discussioni di una vita non digerisco la propaganda, l’ideologia pelosa e fine a se stessa, le adunate oceaniche e i trend di stagione. Amo il confronto senza remore e la reciprocità. Quest’ultima alla fine è diventata un handicap insormontabile per abbracciare in toto le idee che la sinistra in generale porta avanti da 30 anni nel mondo. Non mi è possibile leggere o ascoltare discorsi sul confronto o scontro di civiltà provenire da pulpiti capziosi e scorretti intellettualmente; non posso più ascoltare la negazione di fatti evidenti o della logica più banale. Io NON amo la cultura occidentale che mi ha generato con i paraocchi e so bene quanti roghi si sono accesi nel vecchio continente dal medioevo in poi: io non voglio ritornare a quella stagione dell’umanità, voglio leggere tutto e di tutto, voglio continuare ad ascoltare la musica del vecchio e del nuovo continente, voglio ammirare senza vergogna i maestri del rinascimento italiano, commuovermi davanti ad un Tiziano o un Raffaello o un Caravaggio o davanti ad un cupola del Bernini. Voglio che il frutto dell’intelletto umano che ha prosperato e si è diffuso su questo mondo continui ad illuminarlo e non accetterò mai per convenienza politica o ideologica il mercimonio e la sudditanza nei confronti di altre culture. Io rispetto non per patito preso ma per analisi e riflessione. La convenienza non ha mai fatto per me sui blog e fuori.
Matraxia
Decine volte mi sono affacciato sul mar d’Africa in questi anni per cogliere la metamorfosi dà vita a forma, la dialettica eterna, l’ossessione di Luigi Pirandello. Il mare in fondo alla vallata pigra è lattiginoso, sempre placido e sfumato in un chiarore che racconta lunghe partenze ed infiniti ritorni. Lo ricordo così dalla prima volta: dalla visita dei miei dodici anni con padre e madre a sorvegliare la mia inquietudine. La signorina Matraxia mi amò, in un tempo lontano ed io amai il suo essere schiva e proibita; mi ripetevo, di tanto in tanto, più il suo cognome che il suo nome, quel suono così “greco” e deciso. Giulia Matraxia, mi accorsi di amare più il tuo muoverti altero che il sapore della tua bocca, e quindi ti lasciai.
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